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OFTALMOPATIA TIROIDEA

CLASSIFICAZIONE DELL'OFTALMOPATIA TIROIDEA

CLASSE

GRADO

SEGNI/SINTOMI

0 non segni né sintomi
1 solo segni (retrazione palpebrale con o senza esoftalmo)
2 interessamento tessuti molli (con eccessiva lacrimazione, sensazione di corpo estraneo, fotofobia, discomfort oculare, non diplopia)
0 assente
a minimo (edema congiuntivale e palpebrale, iniezione congiuntivale, estrusione del grasso orbitario, gh. lacrimali palpabili)
b moderato (chemosi congiuntivale, lagoftalmo, edema palpebrale)
c severo
3 esoftalmo di 3 mm o +
0 assente (<20 mm)
a 3-4 mm (21-23 mm)
b 5-7 mm (24-27 mm)
c 8 o + mm (>28mm)
4 interessamento muscolatura estrinseca
0 assente
a limitazione dei movimenti estremi
b evidente riduzione della motilità
c bulbo fisso
5 interessamento corneale
0 assente
a lesioni puntate
b ulcerazione
c necrosi e perforazione
6 perdita visus (interessamento nervo ottico)
0 assente
a 10/10 - 4/10
b 3/10 - 1/10
c meno di 1/10

 

 

oftalmopatia prima e dopo ciclo di terapia con metilprednisolone ev

oftalmopatia con grave interessamento della muscolatura estrinseca di OD

progressione dell'interessamento muscolare (RI e RM) di OD

retrazione palpebrale sn prima e dopo mullerectomia

 

Management dell'oftalmopatia tiroidea:

  • attiva: immunosoppressione con prednisone orale (50-100 mg/die); radioterapia retrobulbare

  • inattiva: riabilitazione chirurgica (decompressione orbitaria, correzione strabismo, chirurgia palpebrale)

Recentemente è stato sperimentato, e i risultati sembrano molto promettenti, un approccio alternativo alla oftalmopatia basedowiana severa in fase attiva, costituito dalla somministrazione di analoghi della somatostatina. Mediante scintigrafia con 111ln-octreotide si è rilevata, a livello orbitario di questi pazienti, una ipercaptazione del tracciante per i recettori della somatostatina. Dopo 3 mesi di trattamento con analoghi della somatostatina si è osservata la negativizzazione dell'octreoscan e un miglioramento del quadro clinico.

Numerosi studi clinici hanno invece dimostrato una scarsa efficacia dell'impiego della radioterapia nell'oftalmopatia tiroidea.

Naturamente è sempre necessaria una stretta collaborazione con lo specialista endocrinologo. Si tratta infatti di una malattia che richiede una monitoraggio clinico-laboratoristico frequente e che può aggravarsi anche dopo lunghi periodi di stabilità. La collaborazione oculista-endocrinologo consentirà anche di stabilire collegialmente quale trattamento sia migliore per "quel paziente": se sia preferibile continuare il trattamento tireostatico o se vi sia indicazione per la terapia radiometabilica piuttosto che per la tiroidectomia e quale terapia instaurare per l'oftalmopatia prima e dopo tali provvedimenti.


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