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DIAGNOSI E TERAPIA DELLE UVEITI

Diagnosi delle uveiti

Una accurata anamnesi e l'attento esame oculare con l'esatta localizzazione della sede dell'infiammazione e delle sue peculiarità consentono spesso di inquadrare l'uveite in una entità clinica precisa, con il vantaggio di orientarci verso una diagnosi ed una terapia adeguata in molti casi.

Spesso però è necessario ricorrere ad indagini di laboratorio e/o strumentali per poter giungere ad un inquadramento nosologico corretto.

PERCORSO DIAGNOSTICO

Negli ultimi 20 anni si è assistito ad una EVOLUZIONE DELLA METODOLOGIA CLINICA E DELLA DIAGNOSTICA DI LABORATORIO.

Di fronte ad una uveite non pensare mai all’uveite in generale, ma in quale particolare forma la possimo collocare.

Concentriamo la nostra attenzione su quei segni caratteristici che possono fornirci la diagnosi precisa in pochi minuti (e gratis!).

Non riuscire a trovare l’eziologia non è grave, è più importante conoscere la patogenesi e la storia naturale dell’uveite e quindi prevederne le possibili complicanze, la sensibilità o la resistenza a certi farmaci, l’evoluzione e la prognosi.

L’uveite è una malattia che si mantiene da se stessa CON MECCANISMI AUTOIMMUNI.

  • ANAMNESI: oculare e generale

  • ESAME CLINICO: attento e particolareggiato

possono consentire un inquadramento diagnostico talvolta molto preciso e permettono la selezione degli esami da richiedere.

  • Esami di laboratorio

troppi sono inutili, pochi sono utili

DEFINIRE QUALE DISTRETTO UVEALE E’ INTERESSATO:

  • uveite anteriore

  • uveite intermedia

  • uveite posteriore

  • uveite diffusa

MODALITA’ DI ESORDIO:

  • improvviso

  • insidioso

CARATTERE DELL’EPISODIO:

  • singolo

  • recidivante

DURATA DELL’EPISODIO:

  • breve (inferiore a 3 mesi)

  • prolungata (superiore a 3 mesi)

GRADO DI ATTIVITA’:

  • assente

  • moderata

  • grave

RISPOSTA ALLA TERAPIA CORTICOSTEROIDEA:

  • buona

  • scarsa

  • corticodipendenza

UVEITI ASSOCIATE A MALATTIE INFETTIVE:

  • toxoplasmosi

  • toxocariasi

  • herpes simplex e zoster

  • CMV

  • TBC

  • lue

  • infezioni micotiche

UVEITI ASSOCIATE A MALATTIE SISTEMICHE:

  • spondilite anchilosante

  • malattia di Reiter

  • psoriasi

  • malattie infiammatorie croniche dell’intestino

  • artrite reumatoide giovanile

  • connettiviti

  • sarcoidosi

  • malattia di Behçet

  • malattia di VKH

  • sclerosi multipla

  • diabete mellito

UVEITI IN SENSO STRETTO:

  • pars planite

  • iridociclite eterocromica di Fuchs

  • sindrome di Posner-Schlossman

  • iridociclite HLAB27 correlata

  • coroidite serpiginosa

  • oftalmia simpatica

  • uveite facoanafilattica

UVEITI SENZA UNA PRECISA CLASSIFICAZIONE:

circa il 40% dei casi, specie uveiti anteriori, non è inquadrabile nosologicamente

PSEUDOUVEITI:

sindromi masquerade: in rapporto con neoplasie intra od extrabulbari (linfoma, retinoblastoma, melanoma) o, più raramente, con altre patologie.

PRECIPITATI CHERATICI PICCOLI, ROTONDI, BIANCO-GRIGIASTRI, DIFFUSI

PRECIPITATI CHERATICI ROTONDI, BIANCASTRI, LIMITATI AL TRINGOLO DI ARLT

PRECIPITATI CHERATICI GRANDI, A GRASSO DI MONTONE

PRECIPITATI CHERATICI PICCOLI, ROTONDI, PIGMENTATI

CHERATOPATIA A BANDELLETTA

IPOPION

nell’ambito di una uveite severa

in un occhio relativamente calmo

FIBRINA IN CAMERA ANTERIORE

episodio isolato, in corso di uveite iperacuta

recidivante

UVEITE IPERTENSIVA

CATARATTA PRECOCE

UVEITE POSTERIORE + IPOPION

VITREITE IMPORTANTE

VITREO LIMPIDO

EMORRAGIE

CICATRICI

RETINITE + FLEBITE

Terapia delle uveiti

I corticosteroidi rappresentano la più importante arma a nostra disposizione nella terapia delle uveiti. Il loro potere antiinfiammatorio è infatti indipendente dalla causa della malattia.

Il successo della terapia steroidea dipende essenzialmente da tre fattori:

esatto inquadramento della localizzazione della malattia e del suo grado di attività,

presenza o meno di complicanze,

grado di affidabilità del paziente (disponibilità ai controlli e compliance).

Una volta scelto di instaurare una terapia con steroidi si dovrà valutare quale dosaggio e quale via di somministrazione sono più indicati per quel particolare tipo di uveite.

Per quanto riguarda il dosaggio, inizialmente dovrà essere "vigoroso" per contrastare rapidamente la gravità della flogosi e in seguito andrà gradualmente ridotto, senza brusche sospensioni, per evitare la riaccensione della malattia.

Per quanto riguarda invece la via di somministrazione, nelle uveiti anteriori i corticosteroidi andranno somministrati preferibilmente in forma di collirio: inizialmente anche una goccia ogni due ore, nelle forme particolarmente violente, o meno frequentemente, nelle forme più lievi.

La via peribulbare è di prima scelta nelle uveiti intermedie, ma può essere necessario ricorrere ad essa anche in caso di uveite anteriore acuta grave oppure nelle forme anteriori resistenti alla sola terapia locale. Solitamente si usano preparati "depo" il cui effetto si prolunga per circa tre settimane.

Gli steroidi somministrati per via sistemica sono da riservare alle uveiti associate a malattie sistemiche che si giovano di tale trattamento, alle uveiti che non rispondono alla terapia in collirio e perioculare, alle uveiti posteriori specie se bilaterali e diffuse. Sono da privilegiare gli steroidi ad azione pronta (prednisone, prednisolone, metilprednisolone) che, se somministrati al mattino in corrispondenza del picco del cortisolo endogeno (ore 8), sono gravati da minori effetti collaterali rispetto a quelli a lunga emivita biologica, anche alla dose di 50-100 mg/die.

Nelle uveiti gravi che potrebbero portare alla cecità, resistenti alla terapia steroidea correttamente condotta, può essere necessario ricorrere a farmaci immunosoppressori: antimetaboliti, agenti alchilanti, ciclosporina A. Presentano una indicazione assoluta per la malattia di Behçet e per l'oftalmia simpatica cortico-resistente ma sono indicati anche in quelle uveiti progressive non infettive tanto gravi da giustificare l'uso di tali farmaci, la cui prescrizione deve essere attentamente valutata per le possibili pesanti complicanze ad essi legate.

QUALE TERAPIA?

FANS

Somministrazione topica:

nelle uveiti in cui c’è un aumento delle prostaglandine nell’UA:

Somministrazione sistemica:

azione antidolorifica, supporto alla terapia steroidea

TERAPIA CORTICOSTEROIDEA

SOMMINISTRAZIONE TOPICA 

SOMMINISTRAZIONE PERIOCULARE
betametasone disodio fosfato
metilprednisolone acetato, triamcinolone acetonide

SOMMINISTRAZIONE SISTEMICA
prednisone
metilprednisolone

SOMMINISTRAZIONE ENDOBULBARE

IMMUNOSOPPRESSORI

INDICAZIONI ASSOLUTE:

IMMUNOSOPPRESSORI

ANTIMETABOLITI

AGENTI ALCHILANTI

CICLOSPORINA A

ANTIMETABOLITI e AGENTI ALCHILANTI

Utilizzati in associazione con steroidi e/o

ciclosporina per ridurne i singoli dosaggi.

EFFETTI COLLATERALI:

leucopenia, trombocitopenia,

epato-nefrotossicità, effetti carcinogenetici,

effetti teratogeni, azoospermia irreversibile.

ANTIMETABOLITI

1-2.5 mg/kg/die x os

7.5-15 mg/sett x os o IM x 4 settimane >> 2 settimane di sospensione (x 3 volte)

AGENTI ALCHILANTI

6-12/mg/die (la dose globale non deve superare i 3 grammi)

2 mg/kg/die

CICLOSPORINA A

5 mg/kg/die in due somministrazioni

>> controllo ciclosporinemia

riduzione graduale fino a 2 mg/kg/die

durata terapia?

effetto rebound

CICLOSPORINA A

EFFETTI COLLATERALI:

ipertensione arteriosa

anemia

iperuricemia

aumento VES

aumento transaminasi

nefrotossicità


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